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Ci sono giornate difficili per tutti, in cui si è particolarmente tristi o particolarmente stanchi, o semplicemente in cui ci si è svegliati proprio male e avere a che fare con i resto del mondo è cosa perigliosa.
Il mio compagno ed io attraversiamo un momento di difficile gestione che da un lato ci sta avvicinando moltissimo e mi da certezza di avere fatto la scelta giusta 4 anni fa, ma dall’altro siamo stanchi, abbattuti e anche tristi.
Come sapete per me le cose si aggiustano con un buona pietanza. Ora la parola pietanza deriva da pietà, che è un sentimento di compassione, da cui la derivazione di cibo straordinario che si dava ai monaci in certe ricorrenze.
Appunto, il comfort food. È quel cibo che corrobora lo spirito, che consola, che coccola, e che, in buona sostanza ti fa fare pace con il mondo.

Ecco non sottovalutate mai il potere del comfort food, ognuno ha i suoi ovviamente, ognuno confida le proprie debolezze al cibo che meglio alleggerisce i nostri fardelli emotivi: cioccolata, lasagne, patate, pizza, panzerotti.

Il mio? Le polpette al sugo della nonna, dove, per renderle più morbide l’ingrediente in più che metteva oltre ai soliti canonici (macinata, parmigiano, uova e prezzemolo) era il pane secco ammorbidito con l’acqua. E le polpette vanno rigorosamente cotte nel sugo, senza prima soffriggerle nell’olio.

Qual è il vostro comfort food?

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